L’escursione al Santuario di San Romedio è una delle cose da non perdere in Trentino. Il Santuario è uno dei più caratteristici di tutta Europa, infatti è costituito da 5 chiese collegate tra loro da una lunga scalinata. L’escursione per raggiungerlo, attraverso il sentiero scavato nella roccia, lo rende unico. Per finire, la presenza dell’orso salvato da un tragico destino, aggiunge un pizzico di curiosità.
Dove si trova il Santuario di San Romedio
Si trova a Sanzeno (Tn) in Val di Non.
Parcheggiamo di fronte al Museo Retico. Seguiamo i cartelli che portano all’imbocco del sentiero nella roccia.

Il Sentiero nella roccia
Dopo una leggera discesa, il sentiero ci regala un meraviglioso panorama sulla Val di Non con i meli in fiore e le Dolomiti del Brenta ancora innevate, nonostante fosse primavera inoltrata.

Panorama sulla Val di Non
Procediamo e il sentiero comincia ad essere protetto da un parapetto in legno. Sta per iniziare il tratto più caratteristico e spettacolare: quello scavato nella roccia.
Costeggiamo la parete rocciosa della montagna, alcuni tratti sono scoperti, mentre in altri dobbiamo abbassarci per non battere la testa. Quando si restringe, ci passa una persona alla volta!

Sentiero nella roccia per San Romedio
Abbiamo lasciato il dolce paesaggio punteggiato di meleti e ora siamo nel canyon.
Il punto più emozionante è il passaggio sotto ad una cascata.
Ancora un breve tratto e poi il sentiero si congiunge alla strada e cominciamo a vedere il Santuario.

Intravediamo il Santuario
Finora il sentiero è stato pianeggiante. L’ultimo breve tratto è in salita con delle scale.
Siamo ai piedi del Santuario di San Romedio.
Il Santuario di San Romedio
E’ uno dei più caratteristici eremi d’Europa ed è custodito dai frati dell’Ordine di San Francesco d’Assisi.
Romedio di Thaur visse tra il IV e il V secolo. Nacque in una ricca famiglia bavarese. Dopo un pellegrinaggio a Roma, decise di lasciare le sue proprietà al vescovo di Trento. Visse gli ultimi anni della sua vita in Val di Non, ritirandosi come eremita in alcune grotte ancora esistenti nei pressi del santuario. Secondo la leggenda era in compagnia solo di un orso trentino che aveva sbranato il suo cavallo e lui lo aveva imbrigliato.
Morì nel 405 (forse 400).
La chiesa originaria intitolata a San Romedio sorse attorno al 1000 sulla tomba del Santo, con le pietre portate fin lassù dai pellegrini.
Oggi il Santuario è formato da cinque piccole chiese sovrapposte unite tra loro da una lunga scalinata di 131 gradini.

Chiesa di San Romedio
L’orso
Non condivido in nessun modo ogni forma di spettacolarizzazione degli animali, ed è per questo, come ho già scritto, che per molto tempo non ho voluto tornare al Santuario, poiché ospita un orso in un recinto adiacente. Ma la storia di questo orso mi ha fatto riflettere su quale potesse essere il male minore per lui.
Questa è la sua triste storia.
L’orso Bruno fu individuato dalla forestale nel 2001 presso un privato dove veniva tenuto abusivamente in spazi angusti. Essendo impossibile liberarlo, in quanto un animale selvatico vissuto in cattività, non è più in grado vivere autonomamente, fu collocato presso il Parco Regionale d’Abruzzo. Qui si trovò a vivere una situazione di incompatibilità con gli altri orsi presenti. Infine venne individuata l’area faunistica di San Romedio, istituita proprio come ricovero per orsi mai vissuti in libertà.
Informazioni e consigli
La lunghezza del percorso è di circa 2,7 km e il dislivello totale è di circa 70 metri. Il sentiero nella roccia è quasi totalmente pianeggiante. Solo nell’ultimo tratto è in salita e dovrete salire delle scale.
Ho letto che è sconsigliato ai claustrofobici. Io lo sono, ma non ho avuto nessun problema, perché non si passa sotto a dei veri e propri tunnel.
Il tempo di percorrenza è di 50 minuti (a tratta).
I cani sono ammessi sul sentiero. Ne abbiamo incontrati molti.
Lungo il sentiero viene raccomandato di indossare il caschetto. Non lo sapevamo. Purtroppo non abbiamo visto nessuno indossarlo.
E’ possibile raggiungere il santuario anche tramite la strada asfaltata che lo collega a Sanzeno. La strada è percorribile tutto l’anno fino al parcheggio, tranne in estate, quando è attiva una navetta (consiglio di informarsi circa il periodo esatto).
Nei pressi del santuario ci sono bagni pubblici, panchine, fontanella con acqua potabile e un bar.
Il sentiero nella roccia è chiuso durante il periodo invernale.
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