La “roggia dei mulini” a Lozzo di Cadore è un percorso tra le attività artigianali di un tempo legate allo sfruttamento dell’acqua, come i mulini. Quando l’ abbiamo visitata, ci siamo sentiti catapultati in un’altra realtà, appartenente a questo luogo perfettamente conservato.
Lozzo di Cadore
La Roggia dei Mulini si trova a Lozzo di Cadore, un piccolo borgo in provincia di Belluno, dal quale dista circa 50 chilometri. Il territorio comunale si trova a un’altitudine di 756 metri ed è attraversato dal il Rio Rin, affluente del fiume Piave, che scorre nel fondovalle.
Una curiosità: rin nel dialetto locale significa semplicemente il ruscello.
Storia della Roggia dei Mulini
Lungo il corso del Rio Rin a Lozzo di Cadore si svilupparono nei secoli varie attività artigianali. Come risulta dalle “Anagrafi Venete” del 1766, a Lozzo vi erano: dieci ruote da mulino da grani, una sega da legname, un follo da panni di lana (un edificio dove si lavorava la lana utilizzando una sorta di mazze mosse da ruote idrauliche), sedici “telari” da tela e cinque mole.
Nel 1867 un incendio distrusse alcuni di questi edifici.
La “roggia dei mulini” era il cuore produttivo del paese fino a mezzo secolo fa. Nella seconda metà del 1900 e in particolare in seguito all’alluvione del 1966, chiuse la maggior parte di questi stabilimenti ed attualmente solo la centralina Baldovin Carulli del 1926, é in funzione con macchinari originali.
Percorso alla Roggia dei Mulini a Lozzo di Cadore
Arrivati in centro a Lozzo di Cadore seguiamo le indicazioni per la roggia e parcheggiamo. Passiamo vicino ad alcune abitazioni private e, arrivati alla roggia, troviamo un’entrata accogliente con un grande tetto in legno.
Vediamo subito la roggia, il canale artificiale utilizzato che sfruttava la forza dell’acqua che scendeva dal Rio Rin per alimentare i mulini ad acqua. Successivamente incontriamo tre mulini.
MULINO DA PRA E CALLIGARO
L’edificio era già presente nel catasto del 1830. I due mulini presenti all’interno dell’edificio ospitavano al piano terra due macine da grano, mentre il piano superiore era di servizio ai mugnai.
Furono fra i primi, di quelli lungo la roggia, a cessare l’attività produttiva.
MULINO “DEI PINZA”
Il mulino detto “dei Pinza” è riportato in un documento del 1846. Nel 1903 l’edificio ospitava due mulini. Entrambi i mulini cessarono l’attività verso gli anni ‘ 50.
MULINO DEL FAVERO
Il mulino, oggi di proprietà Del Favero, probabilmente esisteva già nel 1700. Questo mulino ha due ruote che vengono tenute ancora funzionanti.
Il percorso è lungo circa 1 chilometro e il dislivello è minimo. E’ adatto a tutte le età.
Il progetto comunitario “Raffaello” ha permesso una prima sistemazione dell’area della Roggia dei Mulini.
Abbiamo visto altri mulini in Veneto e in Trentino e credo che la roggia dei Mulini a Lozzo di Cadore sia un percorso tra i più completi e affascinanti che abbiamo visitato.
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