Vita a Mauritius fuori dai circuiti turistici e il racconto di una mauriziana.
Le Morne village
Il pomeriggio dell’ultimo giorno a Mauritius lo dedichiamo a Le Morne village. Ormai mi ha conquistato, avremmo potuto andare a vedere le spiagge del nord dell’isola, ma voglio tornare in quel villaggio. Voglio rivedere quei visi di bambini di una serenità disarmante. Sono distesi, con gli occhi neri assetati di voglia di vivere e hanno un dolce sorriso sulle labbra. E’ incredibile, ma tutti hanno questa espressione, diversissima dai nostri bambini, spesso nervosi, capricciosi, stanchi. I bambini di quel villaggio non hanno biciclette, giocattoli, corsi di nuoto, vestiti vezzosi, ma sembra che su quel tratto di spiaggia, dando la mano ai fratelli più grandi, stiano assaporando la parte migliore della loro vita, che di certo non sarà facile. Il loro sorriso è il simbolo di una speranza che contrasta con la realtà in cui vivono. Le loro madri quel sorriso l’hanno perso, hanno un’aria rassegnata, sono anch’esse in strada e sorvegliano i loro figli. Mancano i padri, grandi assenti della scena.
Il racconto di Jenny
Torniamo al nostro residence e con tristezza prepariamo le valige. Domani dobbiamo svegliarci prestissimo, consegnare le chiavi a Jenny e prendere l’aereo. Durante la notte non dormiamo, non vogliamo partire, è troppo presto. All’alba Jenny viene a prendere le chiavi e nonostante l’ora ci mettiamo a chiacchierare. Ci racconta come l’isola ormai segua la vita e le regole dei paesi occidentali, per cui è necessario un diploma e una buona preparazione per lavorare, tante persone sono rimaste così emarginate dal mondo del lavoro e sono dedite all’alcol. La media dei figli per coppia è uno o due per permettere loro un tenore di vita più alto, mentre fino alla generazione precedente era di cinque o sei. Le cliniche private sono di ottimo livello, mentre quelle pubbliche possono essere quasi rischiose. La febbre chikungunya quando si è diffusa è stata negata per non intaccare il turismo. E’ una febbre che blocca gli arti con dolori molto forti. I pescatori andavano in mare con le loro barche, erano preda di questi dolori e non riuscivano a tornare. In molti sono morti in questo terribile modo. Questo fino a quando il governo ha ammesso l’epidemia e sono cominciate le cure per la popolazione, meglio se in strutture private.
Cerchiamo di ricompensare la sua disponibilità, ma con estrema dignità rifiuta le nostre offerte.
Perché Mauritius
Andiamo all’aeroporto e aspettiamo di partire. Tutti quelli che ci circondano sono abbronzati e descrivono il loro resort. Ripenso alle nostre esperienze e guardo le mie braccia dove non c’è traccia di abbronzatura. All’improvviso un sorriso amaro compare sulle mie labbra. Penso all’umanità immensa che ho trovato in quest’isola. Può valere quanto un’abbronzatura da esibire con parenti ed amici? L’isola offre dei bei paesaggi, ma credo ci siano isole tropicali più spettacolari, penso sia proprio la componente umana che contraddistingue Mauritius. Guardo Anna e mi scrollo di dosso la tristezza. E’ così piccola, ma ha vissuto la parte migliore di quest’isola, una buona premessa per il futuro.
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