Quando abbiamo cominciato a preparare questo viaggio in Australia, ci siamo resi conto della vastità del suo territorio e che avevamo davanti a noi una serie di affascinanti itinerari tra i quali scegliere. Fondamentale per me era includere ciò che rende unica questa terra: il Red Center. Volevo vedere la terra rossa del deserto, Uluru, avvicinarmi alla cultura aborigena. L’altra meraviglia indiscussa dell’Australia è la barriera corallina. Il viaggio sarebbe quindi proseguito sulla costa del Queensland per godere delle belle spiagge, esplorare la foresta pluviale ed immergerci per ammirare la vita sottomarina. Come città simbolo abbiamo scelto Sydney.
Abbiamo fatto questo viaggio prima della nascita delle nostre figlie.
Ecco il diario della prima parte del viaggio
Adelaide
E’ il 10 agosto. Atterriamo nella città di Adelaide alle 6 del mattino. Sappiamo che le stagioni nell’emisfero australe sono invertite rispetto alle nostre, ma non ci aspettavamo di trovare 4 gradi!
In Australia sono molto diffusi gli alloggi per i backpacker, vale a dire i giovani che, zaino in spalla, viaggiano in economia. Abbiamo scelto anche noi questo modo di viaggiare, così ad Adelaide abbiamo dormito per la prima volta in un ostello. Ci ritroviamo a fare il checkin alle 8 del mattino con l’addetto alla reception che ci consegna le lenzuola, gli asciugamani e ci augura un buon soggiorno! La nostra camera è essenziale, ma l’organizzazione e la cortesia dell’ostello sono un modello.




ostello ad Adelaide
L’impressione che abbiamo di Adelaide è di una città che non offre particolari attrattive, ma che è a misura d’uomo con numerosi parchi cittadini e l’animato mercato coperto.
La ragione per cui abbiamo scelto Adelaide come prima meta del nostro viaggio è che da qui parte il leggendario treno Ghan.




il simbolo del Ghan
Il Ghan
Il Ghan è un treno che attraversa l’Australia da nord a sud, dalla “mediterranea” Adelaide alla tropicale Darwin, passando per l’arido Red Center. Il progetto del treno nasce nel 1877, ma solo per raggiungere Alice Springs ci vollero cinquant’anni. Il nome del treno deriva da afghano, lo erano i cammellieri che all’inizio del secolo scorso trainavano i vagoni in quello che allora era l’ultimo tratto del percorso, da Oodnadatta ad Alice Springs.




il leggendario treno “The Ghan”
Il treno parte alle 17:15. Facciamo il checkin e ci accomodiamo nei nostri posti prenotati, ci aspettano 1500 chilometri nel deserto con solo 3 fermate. Cala subito la sera, siamo circondati da un’oscurità totale, ma per fortuna c’è la luna piena e riesco ad intravedere la bassa vegetazione del deserto.
La notte passa quasi insonne. Alle 5 sono già incollata al finestrino per vedere l’alba, ma dovrò aspettare un’altra ora. Una luce lieve si insinua nel buio, colora di giallo la linea dell’orizzonte e diventa sempre più intensa fino ad inondare la visuale del mio finestrino. Finalmente posso vedere la terra rossa che sognavo da mesi.




dal finestrino del Ghan
Alice Spring
Ad Alice Spring noleggiamo un camper Britz.
Alle 11:55 arriviamo ad Alice Spring. Mentre scendo dal treno una ragazza mi si avvicina e mi chiede se ho voglia di continuare il viaggio con lei. Resto senza parole, credo di non aver capito bene cosa mi ha detto. Invece è proprio così, in Australia è normale per i giovani, finita la scuola superiore, partire e viaggiare lowcost per il Paese, condividendo avventure con ragazzi conosciuti negli ostelli o durante gli spostamenti.
Il clima è più caldo rispetto ad Adelaide, ma nemmeno torrido come temevamo, data la posizione della città. Un taxi ci accompagna alla sede della compagnia di noleggio camper Britz a ritirare il piccolo camper che avevamo prenotato prima di partire. Questo sarà il viaggio in cui proveremo per la prima volta tante esperienze, tra le quali anche il noleggio del camper. L’addetta ci spiega dettagliatamente l’uso del camper, ma partiamo lo stesso con qualche incertezza. Al supermercato acquistiamo tutto quello che nei prossimi giorni ci servirà per essere autosufficienti nel deserto.




il nostro piccolo camper Britz
Occupiamo una piazzola nel campeggio di Alice Spring circondato dalla catena montuosa dei McDonnell Range. Facciamo l’errore di sottovalutare il forte calo delle temperature nel deserto di notte e passiamo una notte insonne.
Stuart Hwy
Il mattino presto partiamo verso Uluru (Ayers Rock). Ci aspettano 441 chilometri.




le distanze australiane
Imbocchiamo la Stuart Hwy, la strada è una striscia di asfalto che si insinua nel deserto, i nostri occhi si riempiono della terra che diventa sempre più rossa, della bassa vegetazione del deserto e del cielo terso. Osserviamo la vera natura, quella che l’uomo non ha ancora piegato e che difficilmente riuscirà a domare.
Cerchiamo con lo sguardo i canguri, purtroppo ne troveremo soltanto le carcasse lungo la strada. Oltre ai canguri, anche altri animali, ad esempio i dingo e i cammelli, rimangono uccisi nello scontro con auto o camion di notte quando escono in cerca di cibo.
Lungo la strada ci fermiamo nelle roadhouse, delle oasi per quattro ruote in cui è possibile fare benzina, consumare pasti veloci e acquistare beni di prima necessità.




roadhouse
Finalmente arriviamo ad Uluru. Trascorreremo le prossime due notti presso l’Ayers Rock Resort, situato a pochi chilometri dal parco nazionale.
Assistiamo al tramonto di Uluru, ma la stanchezza ha il sopravvento e non riusciamo a goderne pienamente la bellezza.
Kata Tjuta (Olgas)




Kata Tjuta (Olgas)
Il mattino raggiungiamo il vicino parco Kata Tjuta (Olgas). Si tratta di un gruppo di monoliti dalla forma tondeggiante, che sorge a pochi chilometri dal più famoso Uluru. Per la loro forma assomigliano a tante teste, ed è proprio questo il significato del loro nome. Come Uluru, sono sacre per gli aborigeni.
Uluru (Ayers Rock)
Nel pomeriggio torniamo ad Uluru. Percorriamo parte del sentiero che costeggia il monolito e scegliamo di percorrere un sentiero che ci porta ad un billabong, le pozze d’acqua che si formano nel deserto, che si trova ai piedi di una parete di Uluru. Abbiamo scelto di non salire sulla cima della roccia in quanto sacra agli aborigeni. La sera assistiamo allo spettacolo del tramonto, quando la roccia cambia tonalità a mano a mano che si allungano le ombre e il cielo si tinge di viola.




Uluru (Ayers Rock) al tramonto
Kings Canyon
L’indomani partiamo verso il Kings Canyon. La strada è deserta per decine di chilometri. Notiamo i misuratori che riportano l’altezza raggiunta dall’acqua durante le inondazioni estive.
Da un punto panoramico del Kings Canyon ammiriamo una fantastica vista sul bush. Osserviamo il canyon anche dal basso, ai piedi della sua parete verticale più spettacolare.




Kings Canyon
Passeremo la notte nella King’s Creek Station. L’abbiamo scelta appena abbiamo viste le sua foto su internet, ci sembrava un pezzo di autentica Australia. Si tratta di una immensa cattle station, una fattoria in cui vengono allevati bovini, che fornisce ai turisti un magnifico campeggio.
Dopo cena partecipiamo allo spettacolo organizzato dal proprietario del campeggio che ci racconta l’interessante origine della cattle station e la vita all’interno di essa. A fine serata beviamo il thè preparato nel billy (un pentolino di latta) davanti al fuoco come dei veri cow boy, sotto ad una stellata indimenticabile.
Non vorremmo andarcene, ma dobbiamo lasciare la King’s Creek Station per tornare ad Alice Springs.
Alice Springs
Ad Alice Springs restituiamo il camper e passeggiamo in Todd Mall, la via principale della cittadina. Incontriamo molti aborigeni, costituiscono la maggior parte della popolazione, ma non vogliono essere né fotografati né ripresi. Vengono definiti fantasmi da molti. In effetti molti vagano per le strade quasi deliranti. Osserviamo che il forte legame che li unisce all’ambiente che li circonda si ravvisa anche dal colore della loro pelle che è quello della terra e dal colore dei loro capelli, che ha incredibilmente delle sfumature bionde, che è quello del sole.
Grazie leggendo sembrava di viaggiare
Grazie a te, Marco. Sono contenta di essere riuscita a trasmettere quello che ho visto in questo viaggio fantastico.
Ciao, anche io sto organizzando un viaggio in Australia (Red Centre compreso) per novembre-dicembre. L’intenzione era quella di prendere un camper per 5 giorni e fare appunto Alice Spring, Uluru e Kings Canyon per la strada asfaltata. Secondo la vostra esperienza, un camper con frigorifero e attacco luce è essenziale? La compagnia di camper vi ha per caso indicato la presenza di una Kings Canyon Loop fee e la necessità di chiedere il permesso scritto per viaggiare verso Uluru e Kings Canyon?
Ciao, scusa il ritardo della risposta. Noi abbiamo fatto questo viaggio qualche anno fa, quindi le cose potrebbero essere cambiate, ma la compagnia non mi fatto nessuna delle comunicazioni che mi hai scritto. Noi abbiamo noleggiato un camper con la Backpacker campervan che ci ha fatto il prezzo più basso. La compagnia faceva parte del gruppo Britz, infatti ci hanno dato un Britz. Abbiamo scelto il modello più piccolo senza bagno, ma con attacco luce e frigo. Noi ci siamo trovati bene. Se hai bisogno di altre info, scrivimi senza problemi. E buon viaggio! Sarà meraviglioso!
Grazie, Ornella, un paio di email con la compagnia hanno chiarito i dubbi. Camper prenotato: non vediamo l’ora!!
Mi farebbe piacere sapere come è andata al tuo rientro. Con quale compagnia hai prenotato il camper? Servono ora questi documenti? Potrebbe essere una informazione utile a tanti. Non so quale itinerario seguirete, ma se mi posso permettere, non mancate Whitehaven Beach! Un saluto.
Alla fine abbiamo prenotato con Cheapa Campa/Apollo: il permesso scritto alla fine non serviva e comunque l’accesso alle strade è sempre soggetto alle condizioni climatiche. Ho passato praticamente un’ora a leggere tutte le “Rental Terms&Conditions” per non avere sorprese. Ovviamente scriverò un post sull’intero viaggio, una volta ritornati, e ti farò sapere! Grazie ancora!
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Thank you Karry.